Durante le feste di Natale ho provato per due volte a fare il panettone. Il risultato però è stato un completo disastro. Nonostante avessi seguito alla lettera la ricetta di Felix e Cappera (quindi non era minimamente ipotizzabile che non fosse affidabile) l’impasto non ne ha voluto proprio sapere di lievitare. O meglio, lievitava, ma poco…quel tantino che bastava a convincermi del fatto che il problema non fosse nel lievito, ma in un qualche altro errore commesso da me. Sta di fatto che non ho avuto il mio tanto sospirato panettone (e ho anche rosicato a bestia, ma questa è un’altra storia…)
Voi vi chiederete cosa c’entra un panettone con i mini calzoni ripieni. Il nesso purtroppo è proprio il lievito, che ho scoperto essere del tutto farlocco proprio mentre preparavo i mini calzoni.
Martedì sera infatti, in vista della partita di calcio che il Presidente avrebbe sicuramente voluto guardare (immagino si percepisca il mio totale disinteresse per l’argomento ^_^ ), ho deciso di preparare qualcosa di gustoso che fosse comodamente sgranocchiabile davanti alla tv e ho messo su l’impasto della pizza, usando una piccola parte di una bustina di lievito secco che, guarda caso, avevo utilizzato anche per i panettoni. Una tragedia. Dopo 3 ore, l’impasto era fermo. Immobile come uno stoccafisso. Neanche un piccolo accennino di lievitazione e a nulla sono valsi i tentativi di rianimarlo con del calore in più.
Per rimediare al pasticcio, ne ho fatto delle piadine, trasformando la seratina “mini calzone” in quella “piadina di emergenza “. Buone le piadine, il Presidente non ha fatto una piega e ha spazzolato via tutto, però a quel punto avevo finalmente svelato l’arcano e trovato il colpevole: il dannato lievito!
E volevo i miei mini calzoni! (si, sono piuttosto testarda, ammetto ^_^). Così, la sera dopo, gettato nella pattumiera il lievito incriminato, ho rifatto l’impasto della pizza usando una nuova bustina e…..è lievitato a meraviglia. Olè!
Un pò di fantasia con gli ingredienti per il ripieno ed ecco qui i miei mini calzoni!
Con ripieno di mozzarella (senza lattosio), funghi e prosciutto cotto…
Con ripieno di mozzarella (sempre senza lattosio), prosciutto crudo e pomodorini secchi…slurrrp!!
Ne ho fatti anche con mozzarella e prosciutto crudo e mozzarella e prosciutto cotto, ma non ho fatto in tempo a fotografarli, il Presidente è stato più veloce! 😉
Questi gli ingredienti:
Per l’impasto ho usato la ricetta della Pizza di Felix nella variante senza lattosio e con queste dosi:
– 200 g Farina Nutrisì per pane
– 100 g Farina Mix It! DS
– 200 g di acqua
– 5 g di lievito secco ( questa volta ho usato quello glutafin)
Le dosi del ripieno sono assolutamente a piacere, dipendono dai vostri gusti (e mi raccomando, occhio alle contaminazioni quando scegliete gli ingredienti)
Prima di tutto mettete nell’impastatrice il lievito sciolto nell’acqua e lo zucchero, poi aggiungete l’olio e la farina e iniziate ad impastare. Quando la pallina di impasto avrà iniziato a formarsi aggiungete il sale e lasciate lavorare l’impastatrice finchè il tutto non sarà bel amalgamato. Trasferite l’impasto in una ciotola ben unta con olio evo e lasciate lievitare nel forno con la lucina accesa per almeno 2 ore.
Una volta lievitato a dovere, prelevate delle piccole parti di impasto, fatene delle palline e stendetele a forma di cerchio su un piano ben infarinato. Con queste dosi io ho ottenuto 8 mini calzoni delle dimensioni che vedete e stendendo l’impasto sottile affinchè non risultassero pesanti.
Farcite a piacere, bagnate con un pò di acqua metà del il bordo del cerchio (in modo che la pasta si chiuda bene) e ripiegate la pasta “a metà”, dando appunto la forma classica del calzone. (anche se somiglia di più ad un grosso raviolone!). A questo punto io ho ripiegato di nuovo il bordo e ho chiuso bene facendo pressione con una forchetta.
In forno a 200° finchè non saranno coloriti a dovere. Sono buonissimiiiiii!!!! 🙂
Le tortore sono coccolose. Veramente. Non mi era mai capitato di osservarle da vicino ed ho scoperto che sono coccolosissime. Verseggiano, si accoccolano vicine, si scambiano richiami e arruffamenti di penne. Insomma sono pennuti veramente affettuosi e decisamente poco paurosi, visto che mi hanno tranquillamente lasciata avvicinare al davanzale della finestra su cui stavano tubando senza fare una piega. Peccato però che quando mi sono avvicinata ho notato che, non solo i pennutini innamorati avevano scelto il mio davanzale per le loro effusioni, ma avevano iniziato a portare i primi rametti per fare il nido! No dico, il nido!!! Io le adoro le tortore, ma fare il nido tra la zanzariera ed il telaio della persiana non si può!
Non potevo lasciarle li, a meno di rinunciare ad aprire la finestra fino alla maggiore età dei tortorellini che sarebbero sicuramente arrivati. Quindi, con la morte nel cuore, ho aspettato che si allontanassero per chiudere le persiane della finestra e tenerle serrate fino a quando non avessero capito e trovato un posto più adatto al loro nido.
Quindi problema risolto, direte voi. Tecnicamente si, peccato che negli ultimi 2 giorni le tortore abbiano continuato a svolazzare intorno alla finestra con aria supplichevole e io mi sia sentita un autentico mostro! Un’ignobile sfrattatrice di tortorelle in amore! Una distruggi famiglie! Se non fosse stato per il Presidente che, giustamente, mi ha ricordato ogni mattina che tenere due tortore in casa proprio non si può, a quest’ora il nido glielo avevo fatto io, completo di ala benessere, piscina privata e nursery.
In tutto questo, per rimediare ai miei sensi di colpa….coccolo il Presidente (quale cura migliore?) e gli cucino la pizza dei suoi desideri 😉
Signore, signori e tortore tubanti, ecco a voi la pizza del Presidente!
L’impasto base è quello della pizza di Felix, ma ne ho dimezzato le dosi, sostituito il lievito di birra con il lievito madre e aggiustato un pochino i liquidi.
Per l’impasto:
– 200 g di farina Nutrisì
– 100 g di farina Mix It!
– 200 g di acqua tiepida (io un pochino di meno perchè il lievito madre contiene di suo una piccola parte di acqua)
– 150 g circa di lievito madre senza glutine (io so tutto quello che mi avanza dal rinfresco, a volte è anche un pochino di più)
– 1 cucchiaio e 1/2 di olio
– un pizzico di zucchero e un cucchiaiono di sale.
Per il condimento:
– 500 grammi di broccoli siciliani
– una mozzarella da 150 grammi, ma potete metterne quanta volete a gusto vostro (io ne ho usato una senza lattosio
– 2 salsicce medie
– una decina di pomodorini piccadilly
– 1 spicchio di aglio,
– peperoncino
– sale
olio evo
Iniziamo dall’impasto della pizza. Mettete nella ciotola dell’impastatrice il lievito madre e l’acqua e mescolate bene con un cucchiaio, poi aggiungere lo zucchero, l’olio, la farina e per ultimo il sale, facendo attenzione che non venga a contatto diretto con il lievito. Fate andare l’impastatrice prima a bassa velocità, per dare una prima mescolata a tutti gli ingredienti, poi aumentate e lavorate per 5 minuti o comunque finchè l’impasto non sarà ben amalgamato e un pò appiccicoso.
Se usate il lievito madre e ogni volta che fate la pizza l’impasto vi viene diverso e più o meno appiccicoso non preoccupatevi è normale, dipende da quanto è umido il lievito madre che state usando, In ogni caso, la pizza risulterà sempre buonissima e con le mani oliate, non avrete problemi a stenderla.
Una volta pronto, trasferite l’impasto in una ciotola oliata, coprite con della pellicola e mettete a lievitare nel forno con la lucina accesa. Io di solito preparo l’impasto la mattina o all’ora di pranzo per la sera (non avendo molto tempo a disposizione, preparo quando posso e faccio fare lievitazioni belle lunghe), ma normalmente sono sufficienti 4 ore più o meno.
Per il condimento invece, ho assecondato i desideri del Presidente, che aveva assaggiato questa pizza in un locale e se ne era innamorato. Prima di tutto bisogna pulire e lessare i broccoli per poi ripassarli in padella con aglio, olio, peperoncino e sale. poi tritate per bene, la mozzarella, tagliate a dadini i pomodori e spellate le salsicce. Una volta che tutti gli ingredienti sono pronti e l’impasto ben lievitato, potete stenderlo. Posizionate un foglio di carta forno sulla teglia (io uso proprio quella del forno, a me la pizza piace sottile e croccante e questa dose è perfetta per la teglia classica da forno ) e cospargetelo di olio evo, poi rovesciate l’impasto direttamente nella teglia e, con le mani ben oliate allargatelo piano piano in modo uniforme. Una volta stesa la base, prendete le salsicce spellate, sbriciolatele su tutta la pizza, aggiungete un filo di olio evo ed infornate a 200° finchè la salsiccia non sarà cotta e la pizza inizierà ad essere un pò croccante sui bordi A questo tirate fuori la teglia dal forno, aggiungete la mozzarella, i pomodorini, i broccoli e infornatela di nuovo solo per qualche minuto, il tempo necessario alla mozzarella per sciogliersi per bene.
A me è piaciuta tantissimo e il Presidente l’ha divorata 🙂
Queste sono altre versioni, stesso impasto, diverso il condimento:
qui la base era col pomodoro e ho aggiunto carciofini, olive nere e prosciutto crudo….
…pomodoro, olive, prosciutto crudo e fettine sottili di provola…..
…margherita classica 🙂
Magari la prossima volta che faccio la pizza ne lascerò un pezzetto fuori dalla finestra… magari le tortore mi perdoneranno!
Il mio finto orto è ufficialmente in quarantena. Le mie speziette moleste si sono ammalate. Ecco. Dopo l’anarchia, l’ammutinamento.
Qualche giorno fa, durante il rito dell’annaffiatura, mi sono accorta che la menta aveva delle macchioline marroncine, il prezzemolo dei minuscoli puntini bianchi, e il timo sembrava ricoperto di polvere bianca. Tutte malattie diverse. Ovvio, non potevo certo aspettarmi che delle spezie anarchiche si mettessero daccordo per prendere tutte lo stesso parassita e rendermi le cose più semplici. Figuriamoci.
Che fare? Annaffiare a pioggia tutti i vasi con la candeggina pura avrebbe sicuramente debellato la malattia (e mi avrebbe concesso il subdolo e dolce piacere di una sacrosanta vendetta), ma assieme ai parassiti avrei debellato anche le piante. (dunque niente vendetta, ahimè!)
Urgeva soluzione possibilmente non troppo aggressiva, perciò mi sono rivolta a San Google, confidando nella rete per avere illuminanti consigli.
Dopo circa 45 minuti di ricerca, avevo trovato un sacco di soluzioni utili. Nell’ordine:
1) Bagnare per bene tutte le piante con acqua e sapone di marsiglia.
Ma come avevo fatto a non pensarci da sola, si sa i parassiti, le muffette e i funghi sono notoriamente creature amanti della sporcizia e rifuggono la pulizia in ogni sua forma, figuriamoci il sapone di marsiglia. Al limite le mie piantine avrebbero preso un leggero retrogusto saponato o io e il Presidente avremmo potuto fare qualche bolla mangiandole, che sarà mai. Ok, sapone di marsiglia… vabbè.
2) Interrare per metà uno spicchio d’aglio in ogni vaso, perchè l’odore tiene lontani i parassiti.
Attimo di perplessità in cui ho riletto 3 volte il post per essere sicura di non essere finita in un forum di consigli contro i vampiri, ma no, si parlava proprio di malattie delle piante. Ok…spicchio d’aglio… non mi entusiasmava l’idea di usare l’aglio come deodorante del pianerottolo, ma ok…
3) Quotidiane docce serali con abbondante acqua fredda per far morire di reumatismi i minuscolissimi ragnetti rossi che possono essere responsabili della malattia della pianta. No aspetta…. quotidiane docce serali?? Dovevo forse mettere le piante nella vasca tutte le sere per affogare i parassiti?? Mai e poi mai! Io parassiti morti, agonizzanti o coi reumatismi nella mia vasca non ce li voglio!
4) In caso tutti i metodi descritti sopra non avessero funzionato, sarebbe stato il caso di dare una non meglio identificata roba chimica ramata sulle piante. Effettivamente mi mancava solo questo all’appello. DOS LOS RAMATOS! Olllèèèè!! (con stacchettata di flamenco e naccherata di sottofondo)
Dunque ricapitoliamo. Dovevo armarmi di uno spruzzino caricato con acqua e sapone di marsiglia, 5 spicchi di aglio e uno zainetto con pompetta per il ramato stile il ciclone. Mancavano solo zampe di coniglio e code di rospo. Così equipaggiata secondo me i parassiti non si sarebbero mossi di un millimetro, ma di sicuro si sarebbero sbellicati dalle risate. Dopo un’ora avevo capito che le soluzioni pacifiche e indolori non erano praticabili. Serviva l’artiglieria pesante della chimica, perciò ho spedito il Presidente a fare incetta di munizioni nel vivaio sotto casa.
Ieri la guerra è stata dichiarata, l’attacco sferrato e giù di potature, spostamenti e bombardamento chimico.
Alla fine il bollettino di guerra è il seguente: timo rapato a zero ed esiliato dal davanzale al pavimento del pianerottolo, prezzemolo rapato per precauzione, menta rinvasata, bombardamento chimico con una roba strana e blu sulla quale è meglio non indagare troppo e una piantina di basilico col preservativo.
….. Ok, forse avrei dovuto spiegare prima che Tesorodisuocera mi ha regalato anche una piantina di basilico ricoperta da un’involucro di plastica sottile e bucherellata in modo da far passare l’aria e la luce, ma non i parassiti. Un basilico col preservativo. Appunto. Non fatemi domande vi prego…
A fine giornata, mi ero meritata un pò di sane coccole, così ho messo in cantiere il tortino di carciofi! Gustosissima ricetta spacciatami dalla Roberta (detta LaRoberta!), la santa donna (e l’amica 🙂 )senza la quale probabilmente non avrei mai scoperto di essere celiaca. E’ un dato di fatto che LaRoberta, oltre ad essere celiaca, è dotata di un superpotere che le consente di identificare con impressionate margine di certezza un celiaco quando le capita a tiro. Una specie di infallibile sensore antiglutine! E’ fantastica! 😀
La versione originale è glutinosa, perciò ho sostituito l’involucro esterno (di farina 00) con la pasta matta (fatta con la ricetta di Felix e Cappera che trovate qui)
Questa la delizia poco dopo essere stata sfornata
e questi gli ingredienti:per la pasta matta
– 174 g di farina Glutafin
– 50 g di farina Nutrisì per pane
– 26 g di farina Farmo per pane
– 110-120 g di acqua
– 5 cucchiai di olio
– una presa di sale
per il ripieno
– 6 carciofi
– 200 g di prosciutto cotto (rigorosamente senza glutine)
– 100 g di formaggio tipo caciotta
– 100g di formaggio affumicato (io ho usato la provola affumicata)
– 1 uovo
– 2 cucchiai di parmigiano
– olio evo
– sale
Prima di tutto pulite bene i carciofi, metteteli a bagno in acqua e succo di limone e poi tagliateli a fettine sottili. e conditeli con olio e sale. Poi passate alla preparazione della pasta matta, che va stesa ed utilizzata subito, altrimenti tende ad indurirsi e sbriciolarsi un pò. Mettete tutti gli ingredienti nell’impastatrice e fatela andare a velocità media finchè non atterrete una pallina di pasta morbida e solo appena appiccicosa. Preparate un piano di lavoro infarinato, mettete via una parte dell’impasto che servirà per la copertura del tortino e iniziate a stendere il resto col mattarello, cercando di creare un disco il più possibile regolare. Una volta pronto, posizionatelo su una teglia (io ne ho usata una da circa 26 cm di diametro) e aggiungete il ripieno a strati secondo questo ordine: carciofi, prosciutto cotto, formaggio caciotta e formaggio affumicato (io ho tagliato entrambi i formaggi a fette sottili). per ultimo aggiungete l’uovo sbattuto insieme ai 2 cucchiai di parmigiano, spargendolo sulla superficie del tortino.
A questo punto stendete un disco con la pasta matta rimasta e ricoprite il tortino, sigillate bene i bordi ripiegandoli (io mi sono aiutata con una forchetta) e poi…. fate un bel buco al centro col dito! Il buco servirà a non far gonfiare e rompere il tortino durante la cottura. (come vedete dalla foto,una volta terminata la cottura il buco nemmeno si nota più). Infornate e cuocete a 200° per circa 40 minuti o comunque finchè la pasta non sarà ben dorata.
Una volta cotto e raffreddato a sufficienza per poter essere tagliato, si presentava così
E’ davvero buonissimo! ( e brava LaRoberta!) Io ho usato una teglia grandina e steso la pasta piuttosto sottile perchè il ripieno è molto ricco già di suo, ma nulla vieta di usarne una più piccola e fare degli strati più spessi. In questo modo otterrete un tortino più piccolo di diametro, ma più alto e con l’involucro di pasta più spesso.
Il mio finto orto (composto da una bella fila di vasetti sapientemente posizionati sul davanzale del pianerottolo di casa) è ormai totalmente fuori da ogni controllo.
Non credo di aver mai avuto il pollice verde, per me le conoscenze di giardinaggio iniziano e terminano con un semplice “dai l’acqua alle piante”. Se dai l’acqua alle piante, loro crescono. Causa ed effetto, semplice no?
In realtà il dare regolarmente l’acqua alle piante è un’attività che non mi ha mai particolarmente entusiasmata (e che ho sempre avuto la tendenza a dimenticare), ma l’idea di avere a disposizione delle erbette fresche per cucinare mi entusiasmava eccome. Così ho deciso di provare con delle cose semplici tipo prezzemolo, maggiorana, salvia, rosmarino e timo, a cui di è aggiunto un vasetto di menta romana regalatomi da Tesorodisuocera.
Per il primo periodo è andato tutto bene. Io davo l’acqua e loro crescevano. Perfetto. Poi qualcosa è cambiato e le mie speziette hanno cominciato a diventare un tantino moleste, per poi trasformarsi in creature assolutamente anarchiche!
La maggiorana, per esempio, è ossessivo compulsiva. Lei deve crescere. Sempre e comunque, con o senza acqua, lei deve crescere a dismisura! Nel giro di poche settimane è diventata talmente tanto grande da somigliare ad un potus, con ciuffi e rametti che pendono da tutte le parti e più la poto, più lei la mattina dopo è di nuovo piena di ciuffi e rami.
Il rosmarino accanto a lei invece mi snobba. Semplicemente non mi calcola. Io lo annaffio e lui sta li, praticamente identico a se stesso da settimane.
La salvia, che sembrava l’unica pianta normale di un orto anarchico, si è suicidata la settimana scorsa. Verde e rigogliosa la mattina, stramazzata nel vaso la sera. Nessuna speranza di rianimarla nemmeno con fiumi di acqua e riti propiziatori col plenilunio. Vatti a fidare.
In tutto questo il prezzemolo si è specializzato in agguati. Normalmente se ne sta tranquillo, ma periodicamente aggredisce il malcapitato di passaggio sulle scale con foglie grandi come lenzuola, spuntate anche quelle magicamente dalla sera alla mattina! Un modo non troppo subliminale per chiedere di essere potato ed ovviamente cucinato.
Ecco, questa sera mi è toccato l’agguato del prezzemolo…. ma a quanto pare non era il solo pronto a farmi venire i sensi di colpa per essere stato trascurato. Mi è bastato aprire il frigorifero ed eccolo li, il mio lievito madre depresso e affranto. Effettivamente il poverino aveva tutte le ragioni per avercela con me, visto che questa settimana, tra un impegno e l’altro, non sono riuscita a preparare nè pane, nè pizza.
Cosa fare dunque? Semplice: si mischia tutto e si prova a preparare delle piadine….non con una salsa al prezzemolo, ma col prezzemolo direttamente nell’impasto. Delle piadine prezzemolate, per l’appunto.
Ho seguito il procedimento indicato da Felix qui, adattando un pochino le dosi. Ho usato:
– 180 g di lievito madre
– 50 g di acqua
– 1 cucchiaio di olio
– 1 cucchiaino di sale abbondante
– 1/2 cucchiaino di zucchero
– farina Nutrisì (quanto basta per rendere compatto il panetto)
– 1 bel mazzetto di prezzemolo (dalle foglie giganti e mutanti)
Ho sciolto il sale e lo zucchero nell’acqua e l’ho unita al lievito madre insieme all’olio ed ho aggiunto la farina un pò per volta, fino ad ottenere un panetto morbido. Poi ho tritato per bene il prezzemolo e l’ho unito al panetto lavorandolo un pò per amalgamare bene tutto.
Dopo di che ho diviso il panetto in 5 palline da 60 grammi e le ho stese molto sottili.
Questa la prima piadina ancora cruda.
L’ ho cotta in una padella a fiamma non eccessivamente alta in modo che non si bruciasse. Si cuociono in un attimo e sono davvero veloci da fare.
Eccola cotta 🙂
Sono buonissime, leggerissime, profumatissime e si piegano che è una meraviglia!
Se le tirate ancora più sottili e le tenete un pò di più sul fuoco, diventeranno croccanti e molto simili al pane carasau. Buonissime anche così!
Il prezzemolo le rende saporite e anche molto particolari. Io le ho farcite a piacere, ma possono tranquillamente essere utilizzate come sostitute del pane quando non ne avete in casa e dovete trovare una soluzione all’ultimo momento.
Ovviamente potete unire all’impasto tutte le erbe che preferite, a gusto vostro. Se la mia salvia non si fosse suicidata, avrei provato volentieri anche con quella, ma sospetto che la prossima candidata sarà la maggiorana compulsiva… prima che sia lei a divorare me!!
Viva le polpette e il fatto che il Presidente le adora, ma ieri sera a me prudevano le mani e avevo una voglia matta di pasticciare in cucina (complice anche la settimana di super lavoro). Così tra una polpetta e l’altra, mi sono lanciata nel primo tentativo di panini all’olio. Con tanto di olive dentro. Tiè!
Quando non ero celiaca (o non sapevo di esserlo) adoravo i mini panini imbottiti che affollavano le tavole dei buffet e li divoravo. Quale stuzzichino migliore in attesa delle polpette? 😉
Io ho dimezzato le dosi , sostituito il lievito, aggiunto le olive e ritoccato il mix di farine. Perciò ho usato:
– 90 g Nutrisì (mi piace di più del Mix B e rende il pane molto saporito)
– 60 g Farmo
– 50 Glutafin (anche questa farina la adoro…)
– 160 g acqua
– 20 g olio
– 3 g di lievito di birra secco (ho usato quello nella scatola della Glutafin, ne ho una discreta scorta)
– 3 g sale
– un pizzico di zucchero
– una decina di olive verdi snocciolate tritate (controllate sempre che siano sicure)
Ho sciolto il lievito nell’acqua tiepida e ho aggiunto lo zucchero. Poi, nell’impastatrice ho aggiunto farina, olio, sale ed ho impastato .Solo dopo che il composto risultava già ben amalgamato, ho aggiunto le olive tritate e ho lasciato andare l’impastatrice qualche altro minuto.
La prima lievitazione l’ho fatta fare nel forno con la lucina accesa per un’ora e mezza, poi ho ripreso l’impasto e, con le mani infarinate, ho fatto le palline piccoline (e 5 più grandi, visto che non sapevo esattamente quanto sarebbero cresciute) e le ho rimesse a lievitare in forno per un’altra mezz’oretta.
Spennellatina di acqua e olio, 20 minuti in forno a 190° e…… una meraviglia!!!
Sono venuti dei mini panini soffici, leggerissimi e buonissimi!!!
Non sono abituata a usare lievito di birra perchè quello fresco mi da parecchio fastidio e, quando posso, preferisco utilizzare il lievito madre, ma quest’ultimo ha tempi di lievitazione molto più lunghi e lievita anche in maniera diversa (di solito crea un’alveolatura più stretta). Il primo tentativo con il lievito secco però lo promuovo in pieno! Se ne usa di meno, circa un terzo della dose di lievito fresco, e sembra non darmi grossi problemi. Evvai!
Il Presidente, che all’inizio aveva esclamato “Belli!!!! Ma non riuscirò a mangiarli tutti…”, ha ovviamente spazzato via l’intera teglia un’attimo dopo averli assaggiati. Sono soddisfazioni! 😉
Con una fettina di bresaola dentro 🙂
L’ultimo mini panino del cestino….per Pudore il Presidente lo ha lasciato li dentro per qualche minuto prima di disintegrarlo. Hi hi hi!
Dunque mini panini spazzolati via e polpette sparite. Tocca al contorno…. 🙂
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